Alcune riflessioni sull’evento sismico di Casamicciola del 21 agosto 2017

A Ischia c’è stato un terremoto anomalo, o per lo meno così è stato definito principalmente da chi non conosce la sismologia, la sismica e la storia geologica dell’isola. A seguito dell’evento principale c’è stata una replica avvertita dalla popolazione locale e poi altre scosse registrate soltanto dagli strumenti. Purtroppo la scossa del 21 agosto ha provocato moltissimi danni in una zona concentrata attorno a Piazza Majo, nella parte alta del comune di Casamicciola Terme. Alcuni fabbricati sono crollati e sfortunatamente due donne hanno perso la vita. Attualmente ci sono circa 2mila persone che hanno dovuto trovare un’altra sistemazione, poichè la casa dove vivevano è stata gravemente danneggiata. Diverse attività commerciali e anche alcune strutture ricettive hanno dovuto interrompere le loro attività, con un enorme danno economico anche in termini di posti di lavoro perduti. 

Ho seguito con grande interesse le discussioni che si sono sviluppate attorno all’evento. Ovviamente non ho potuto effettuare nessun sopralluogo ma ho ricevuto molte informazioni che mi hanno permesso di “tirare le somme” al netto delle teorie che si sono inevitabilmente sviluppate a partire dall’episodio dell’errore grossolano sulla posizione dell’epicentro e sulla magnitudo del sisma.

Tutti coloro che conoscevano, anche per sommi capi, la storia sismica dell’isola d’Ischia erano letteralmente saltati sulla sedia quando le prime informazioni sui crolli di Piazza Majo avevano cominciato a circolare: i danni e il fatto che l’area affetta da danni era così circoscritta erano in forte contrasto con un epicentro in mezzo al mare, a Ovest prima e a Nord dell’isola più tardi. Per me era chiaro fin da subito che il terremoto aveva avuto origine nella zona sismogenetica di Ischia, ben nota, sul versante settentrionale e proprio sotto Casamicciola. Anche la profondità dichiarata, prima 10 Km e poi 5, aveva fatto storcere il naso.

Che cosa è accaduto? Come è stato possibile commettere un errore così grossolano? E’ vero, come qualcuno ha sostenuto, che si è cercato di modificare apposta sia le coordinate che la profondità dell’ipocentro per proteggere il progetto della centrale geotermica di Serrara? E’ vero che il terremoto è stato provocato da una qualche esplosione vulcanica nel sottosuolo? Che a seguito di questa esplosione si sono osservate fumarole dove non c’erano mai state? E come mai la vegetazione sembra aver cambiato colore in alcune zone? Le fratture notate nella zona di Crateca c’entrano qualcosa con la frana del Fango? L’acqua di molti pozzi da calda è diventata fredda e in alcuni casi da fredda è diventata calda. In alcuni di essi poi, è completamente scomparsa: come mai? Cosa sta succedendo a Ischia?

  • Sul progetto della centrale geotermica di Serrara Fontana ho espresso dettagliatamente il mio parere. Il terremoto del 21 agosto non aggiunge nè toglie niente al progetto. L’idea che l’epicentro sia stato modificato “ad arte” è talmente ridicola che non vale nemmeno la pena parlarne. Il terremoto ha portato alla ribalta gli oppositori della geotermia, ad Ischia come ai Campi Flegrei. Gli stessi oppositori che avevano dichiarato che il carotaggio scientifico (il “Campi Flegrei Deep Drilling Project”, per intendersi) avrebbe provocato un disastro terrificante, che ovviamente non c’è stato.
  • La localizzazione di un evento sismico, come ho già scritto nel mio articolo precedente, è una procedura affetta da errori. Questa cosa, purtroppo, non è compresa nè accettata nei bar e nelle piazze. La procedura automatica viene fatta per dare avvio alle operazioni di soccorso. In un momento successivo i dati vengono rivisti dai sismologi che possono raffinare la localizzazione. L’errore nella stima epicentrale è stato causato dal fatto che non è stata usata la rete sismica locale, che quella sera  funzionava alla perfezione o per lo meno funzionava in maniera tale da permettere di calcolare le coordinate dell’epicentro con una maggiore precisione. Infatti, successivamente le coordinate e la profondità ipocentrale sono state pubblicate con un’accuratezza dell’ordine delle decine di metri, probabilmente un’esagerazione in senso opposto, proprio utlizzando i sismografi installati a Ischia. Se non avessero funzionato la localizzazione ufficiale sarebbe rimasta a Nord di Ischia e a 5 Km di profondità. Invece sappiamo che la profondità ipocentrale è stata inferiore ai 2 Km al di sotto della zona di piazza Majo. Per quale motivo non è stata usata immediatamente la rete di sorveglianza sismica locale? Ci sono stati, evidentemete, problemi di comunicazione tra la sala di sorveglianza sismica dell’Osservatorio Vesuviano e la sede dell’INGV di Roma. Non c’è alcun complotto quindi.
  • Il terremoto è durato una manciata di secondi, e questo ha salvato Casamicciola da un disastro immane. Nessuno dei fabbricati danneggiati era costruito con criteri antisismici. Mancano le opere di mitigazione più elementari, come le “catene” per esempio. In sostanza le mura perimetrali, siano essi in muratura o in mattoni, erano ognuna un elemento a sè. Nei fabbricati in muratura i danni sono dovuti, tra le altre cose, alla mancanza di malta a legare gli elementi dei muri. Ovviamente un ipocentro molto superficiale provoca un rilascio di energia elevatissimo in corrispondenza dell’epicentro. Ma per le caratteristiche geologiche dell’isola, gli effetti del sisma si sono praticamente annullati già a 2-3 Km di distanza dall’epicentro. In sostanza non è accaduto nulla di nuovo, per chi conosce la storia sismica dell’isola. I terremoti sono sempre avvenuti nella stessa zona, le aree danneggiate sono sempre state le stesse, il tipo di danneggiamento è sempre uguale. E non esistono elementi, allo stato attuale, che facciano pensare ad un cambiameno dello “stile sismico” di Ischia.
  • Il terremoto non è legato a fantomatiche “esplosioni vulcaniche” o a “fuoriuscite di gas”. Un terremoto è l’effetto della propagazione delle onde sismiche dovute a rocce che si fratturano nel sottosuolo. In questo caso, come in tutti i casi di terremoti a Ischia, la frattura si trova sotto Casamicciola. Qui le rocce non si possono fratturare già a partire da una profondità di 3 Km. Nel versante occidentale e meridionale, Forio per intenderci, le rocce cominciano a comportarsi in maniera duttile ancora più in alto. Ecco perchè ci sono le fumarole, l’acqua calda di Citara, la prima centrale geotermica a ciclo binario della storia. I rilevamenti da satellite hanno mostrato un abbassamento del suolo di circa 4 cm in corrispondenza dell’area epicentrale, ma se si guarda la mappa nella sua globalità, ci si rende conto che il livello del suolo si è abbassato anche a Lacco Ameno e in buona parte dell’abitato di Forio, mentre nel resto dell’isola non ci sono state variazioni di rilievo oppure c’è stato un sollevamento nella parte meridionale.

Satellite_Ischia

  • Le fratture che si sono viste nella zona di Crateca non sono legate ad alcuna frana. Sono soltanto legate a cedimenti differenziali provocati dal peso degli innumerevoli fabbricati che insistono su quell’area.
  • Le fumarole ci sono sempre state e sempre ci saranno. In alcuni momenti si notano di più, in altri di meno. Il loro monitoraggio permette di capire se stanno avvenendo delle modifiche negli equilibri magmatici al di sotto dell’isola. Le fumarole non sono altro che vapore acqueo nel quale sono disciolti altri gas che cambiano, in concentrazione e tipologia, a seconda della geologia del territorio e della loro provenienza in termini di profondità. Tali gas sono l’anidride carbonica (CO2), i composti dello zolfo come l’anidride solforosa (SO2) e l’idrogeno solforato (H2S) e, in concentrazioni minori, anche gli acidi fluoridrico (HF) e cloridrico (HCl). Le acque meteoriche si infiltrano, in parte, nel sottosuolo e arrivano anche a grandi profondità. Avvicinandosi a una fonte di calore, qual è il serbatoio magmatico presente, per esempio, sotto i Campi Flegrei, il Somma – Vesuvio e Ischia, l’acqua passa dallo stato liquido a quello di vapore e, se riesce a trovare delle vie di fuga, arriva fino in superficie portando con sé gli altri gas. L’Osservatorio Vesuviano, che monitora anche Ischia, raccoglie campioni dei gas regolarmente e dalle analisi chimiche si riesce a capire se il magma sta cambiando le sue caratteristiche o se ci sono possibilità di un’eruzione. Ovviamente questi studi debbono essere associati a quelli di tutti gli altri parametri fisici, come la sismicità, le variazioni del livello del suolo, l’inclinazione di punti di riferimento.
  • Si è parlato di zone boschive in cui la vegetazione si è “seccata” molto velocemente così come si è sentito dire di acqua nei pozzi che si è raffreddata, si è scaldata o è scomparsa. Questa fenomenologia, se confermata, è nell’ordine naturale delle cose. Ischia è un’isola vulcanica, che ci piaccia o no, e pertanto la sua evoluzione continuerà ad essere caratterizzata da fasi di relativa tranquillità a momenti di rabbia furiosa. I cambiamenti nella vegetazione, al momento, non sono confermati. Del resto bisognerebbe avere delle fotografie delle stesse zone prima e dopo il 21 agosto. Magari qualche lettore è in possesso di queste informazioni ed è disposto a condividerle.
  • Varrebbe la pena monitorare in maniera sistematica tutti i pozzi e tutti i punti di approvigionamento idrico dell’isola d’Ischia. Purtroppo, ufficialmente, di pozzi e piscine termali ce ne sono pochissimi, pertanto una campagna di monitoraggio, auspicata peraltro da una cara amica e collega, docente all’Università di Santiago del Cile, è un’operazione non semplicissima. Fino ad allora le variazioni di temperatura citate non possono, a mio avviso, avere alcuna valenza scientifica.

La mia personale opinione, che sicuramente vale molto meno di quella espressa da “organi istituzionali”, è che si stia parlando tanto di cose che hanno un’importanza prossima allo zero. Abbiamo famiglie senza una casa, bambini che stanno per cominciare un anno scolastico sballottati da un istituto all’altro lontano dalle loro case. Abbiamo enormi dubbi sulla ricostruzione. Sembra evidente, finalmente, che nell’area danneggiata l’edilizia era arraffazzonata e scadente, da un punto di vista della resistenza a sollecitazioni sismiche. E’ chiaro che in quella zona non si può ricostruire con gli stessi criteri del passato. Si perde tempo a parlare della centrale geotermica quando la domanda principale dovrebbe essere “cosa facciamo con le duemila persone senza casa?”. Per non parlare degli atti di speculazione perpetrati dai proprietari di appartamenti che si fregano le mani e alzano i prezzi. Tutto sommato l’area danneggiata è piccola e il numero di persone interessate è relativamente basso. Si potrebbe avviare una ricostruzione o anche una dislocazione esemplare. Per la prima volta da decenni il Governo avrebbe la possibilità di fare finta che le cose possono essere fatte bene anche in Italia.

E invece si preferisce disquisire su temperature, concentrazioni chimiche, magnitudo momento e modelli di sismografo su Facebook, Twitter e gruppi Whatsapp. Si cerca il colpevole, accusando gli istituti di ricerca di essere incapaci di fare il proprio lavoro. Qualcuno auspica la nascita di un altro istituto di ricerca, qualcun altro la riapertura dell’Osservatorio Geofisico della Gran Sentinella che versa in condizioni pietose. Non sarebbe più semplice, invece, dare stabilità alle migliaia di precari che rappresentano l’ossatura dell’INGV, dell’Osservatorio Vesuviano, del CNR, delle Università? Non è incredibile che sismologi vengano messi a fare il lavoro dei vulcanologi mentre i geochimici vengano impegnati a monitorare segnali sismici? Un nuovo istituto di ricerca? L’Osservatorio di Casamicciola? E chi ci dovrebbe lavorare? Altri precari o altri ricercatori competenti in tutto, tranne che in sismologia?

Mentre ci abbandoniamo a sterili discussioni come questa l’inverno sta arrivando, come ha detto un tale di cui non mi ricordo il nome…

 

 

Per saperne di più: ISPRAOsservatorio Vesuviano; IREA-CNR

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